Vista dal cortile interno
Il Palazzo Gotti di Salerano fu costruito all'inizio della seconda metà del Seicento per volontà soprattutto di Giorgio Gotti, (patenti del 1661; morto nel 1666), e del figlio Maurizio Gotti (nel 1681 ottenne la conferma dello stemma) che volevano mostrare tutta la potenza e il ruolo importante che la famiglia era andata ad occupare nella realtà cittadina. Come già era successo per palazzo Guerrini, si preferì un rialzamento del piano terreno rispetto al livello viario, con analoga sopraelevazione del cortile interno, almeno per la parte relativa all'abitazione principale.
L'esterno è in complesso assai semplice e mostra mattoni a vista e pietre di fiume in una tipologia tradizionale per Cherasco. Originariamente non presentava intonaco se non forse nella zoccolatura.
A movimentare la facciata c'è solo qualche cornice (più rimarcata a livello del tetto, quasi un tradizionale marca solaio) e soprattutto, il portale in cui, secondo i canoni del Barocco, il timpano sulle colonne si rompe per evidenziare ancora di più lo stemma della famiglia che lo sovrasta. Lo stemma è rosso con tre fasce d'oro, ma qui viene reso in marmo. Lo stemma era stato raccolto e conservato da G.B. Adriani, dopo che in epoca francese era stato abbattuto insieme a tutte le manifestazioni feudali o nobiliari, e d è stato ricollocato recentemente.
Vista dalla strada
Prospetto su Via dell'Ospedale
Portale di accesso
Il portone ligneo presenta un mascherone centrale in cui un naso di metallo applicato svolge la funzione di batacchio. Due maschere più piccole che si situavano ai lati sono state esportate.
La fascia decorativa del portone, in alto, di finissimo intaglio, porta uno stemma di alleanza matrimoniale in cui le insegne dei Gotti si affiancano a quelle de Ratti. Proprio per questo si crede che il portone sia stato fatto in occasione, o negli anni immediatamente successivi, del matrimonio che avvenne nel 1672 tra Francesco Paolo Gotti, figlio di Maurizio (senatore, prefetto di Mondovì, accademico degli Innominati di Bra, forse l'ispiratore del ciclo di affreschi del primo piano del palazzo) e Paola Giovanna Ratti.
All'angolo tra le vie Taricco e Ospedale il palazzo presentava un grande balcone (caduto e mai ripristinato), che movimentava le linee della facciata.
Anche i balconi angolari sono nella tradizione cheraschese: se ne possono trovare tantissimi esempi, quasi ad ogni angolo.
Dal portone si accede ad un atrio che trova sbocco sotto il porticato davanti al quale si apre il cortile. La facciata interna, almeno nella parte originale, sul lato est, è molto più decorata di quella esterna con una serie di grandi arconi, sempre in mattoni a vista, che si innalza sugli archi del porticato a costituire un secondo ordine. Non è improbabile che inizialmente gli archi del primo piano fossero aperti su un loggiato, e che siano stati successivamente tamponati, come è documentato in diversi altri palazzi cheraschesi. All'angolo est-sud, un balcone, servito anche da una scala rustica, fungeva da collegamento tra la parte abitata dalla famiglia e quella in cui, probabilmente, agiva la servitù e si svolgevano i servizi.
Porticato su cortile interno
Il palazzo era agli inizi del Settecento, uno dei più prestigiosi della città, se fu scelto da Vittorio Amedeo II per trascorrere la notte in occasione di una visita a Cherasco per ispezionare lo stato delle mura e i lavori di ripristino delle stesse, durante l'assedio di Torino da parte dei Francesi nel 1706.
Lo scalone si apre sul lato destro dell'atrio di ingresso, maestoso, di salita leggera, abbellito da un affresco al centro volta con la figura di una Madonna Assunta e la frase “Elegit eam in habitazionem sibi”.
Scalone monumentale
Originariamente una costruzione, probabilmente porticata al piano terra, chiudeva il cortile civile dal lato ovest, oggi aperto verso quello che era il cortile rustico, come emerge sia dalla tavola secentesca del Borgonio per il Theatrum Sabaudiae, sia soprattutto delle piante catastali dei fratelli Carlo Giacinto e Andrea Gato Maffei (1784).
Estintasi nell'Ottocento la famiglia Gotti, il palazzo era passato in proprietà ai Vayra (qui visse per alcuni anni “il primo bersagliere” Giuseppe Vaira) e dagli eredi Vayra, nel 1906 al Comune che ne ha fatto la sede del Museo civico “Adriani” , valorizzando in questo modo gli interni, specie il salone affrescato.
Ciò che rende eccezionale il palazzo è la presenza di un ciclo prestigioso di affreschi nelle sale del piano nobile, quasi annunciato dall’Assunta affrescata al centro della volta del grandioso scalone d’onore. Si tratta di un primo grande salone che presenta una straordinaria ricchezza decorativa di colonne, trabeazioni e tendaggi, su cui si aprono grosse cornici recanti episodi del Vecchio Testamento, esaltanti il tema della Sapienza (“Ester e Assuero”, “ David versa l’acqua”, “Salomone e la bellezza muliebre”, “David e Natham” nell’ordine superiore; “Il sacrificio d’Isacco”, “Esaù e Giacobbe”, “La nascita di Battista”).
Sala della Sapienza
Una seconda sala reca al centro volta una pregevole allegoria della Grazia con un “Gesù e gli Apostoli nella tempesta” circondata da una decorazione minuta ricca di simboli, di allegorie e metafore, su cui si schiudono ancora quattro lunette con “Storie della Promessa e della Grazia”. Un recente intervento ha riscoperto la decorazione dello zoccolo che era nascosto da uno scialbo di calce ottocentesco e, sotto la tappezzeria, gli affreschi della parete che divide la saletta dall’alcova.
Il tema del sonno, affrontato con il moralismo seicentesco già anticipato dalla massima “Lecto non alecto” é caratteristico dell’alcova.
Quattro sono qui le scene più significative, sistemate in quattro lunette e circondate ancora da una decorazione fittissima e da simboli.
Altri affreschi decorano le quattro lunette (I quattro Evangelisti) di una piccola stanzetta che aveva la funzione di oratorio privato o pregadio di palazzo.
Lunetta con l'Evangelista Giovanni
Un’altra piccola camera porta affrescato nel centro della volta ancora lo stemma dei Gotti e dei Ratti ad attestarci l’occasione forse del ciclo di affreschi, in qualche misura motivato dal matrimonio di Paolo Francesco Gotti con Anna Maria Ratti del 1672, ma databile all’incirca nel decennio successivo. Tutto il complesso decorativo sottende un preciso discorso culturale impregnato di forte tensione morale: documento significativo per la ricostruzione della mentalità e delle idee di quel periodo.
Le sale del palazzo Gotti di Salerano ospitano ormai da più di un secolo le collezioni del Museo Adriani (1823-1905) che, dopo una vita dedicata agli studi storici ed alla conservazione di tutto ciò che aveva attinenza con la storia, legò con un atto notarile del 18 febbraio 1898, i suoi beni alla città di Cherasco.
Le raccolte furono sistemate subito dopo la morte dell’Adriani da un gruppo di volontari guidati dal Prof. Attilio Piovano, proprio in quel palazzo Gotti di Salerano che il comune aveva potuto acquisire grazie ad un’altra generosa donazione di Carlo Galli della Mantica, presidente di Corte d’Appello, che aveva lasciato in testamento alla Amministrazione comunale una cifra cospicua, sufficiente per l’acquisto.
Il museo in Palazzo Gotti fu inaugurato il venti di settembre 1908, come attesta in primo registro dei visitatori, che reca le firme delle autorità intervenute, tra le altre anche quella di Massimo Bontempelli, allora insegnante al Ginnasio cheraschese.
Pianta piano terra Museo Adriani (fuori scala)
Le collezioni sono sistemate in base a criteri culturali positivistici, secondo i quali il museo è luogo soprattutto della raccolta e conservazione.
Oggi, pur coscienti di una certa inadeguata sistemazione rispetto alle nuove esigenze di un museo didattico, il criterio della prima collocazione pare avere già acquisito un tale spessore storico e culturale da non potere più essere violato. Il museo si presenta dunque come una raccolta di materiali che non tendono ad isolare il capolavoro o l’oggetto più prezioso, ma che si offrono alla lettura dei visitatori con pari dignità, come portatori tutti di una precisa testimonianza artistica e storica.
Nel percorso della visita segue il salone con le raccolte di medaglie, sigilli ed antichità varie, il salotto-quadreria con una bella serie di ritratti sabaudi, con qualche tela di allegorie sei-settecentesche, e con un ricco apparato di medaglie, l’alcova con i suoi quadri e con medaglie a soggetto religioso, il pregadio con la preziosa tavola quattrocentesca della Madonna con il Bambino e Sante e due banchi da chiesa settecenteschi con stemmi nobiliari, la saletta dedicata a testimonianze più chiaramente cheraschesi e la veranda chiusa con presenze significative della cultura materiale del sette-ottocento.
Pianta piano primo Museo Adriani (fuori scala)
Sull’ala di mezzanotte del palazzo sta nascendo in questi anni la sezione numismatica del museo, grazie al sistematico studio che è stato avviato della importante raccolta di monete lasciata all’Adriani. Nella sala, in via di definizione, un angolo è dedicato alla fondazione del museo e al donatore Adriani, con reperti e testimonianze della sua attività.
Recentemente il museo ha aperto due nuove sale al piano terreno, adeguatamente restaurate. La prima presenta le testimonianze del cheraschese Giuseppe Vajra, primo bersagliere e in genere reperti del periodo risorgimentale.
La seconda dedicata a Sebastiano Taricco ed agli studi-schedature curate dall’associazione L’Anello Forte in una completa riscoperta delle opere dell’artista.
Da “Guida di Cherasco” di Bruno Taricco
Progetto realizzato
L’intervento per il recupero dei locali da adibirsi a Museo Adriani ha coinvolto parzialmente tutti i piani del palazzo ed è stato finanziato con fondi del Bando Regione Piemonte POR FESR 2014 – 2020 e fondi propri del Comune di Cherasco.
Al piano terra le opere si sono concentrate sulla sala dell’Accoglienza che era adibita ad ufficio. E’ stato rimosso il rivestimento in materiale plastico alle pareti e sulle stesse si è proceduto con la spicconatura dell’intonaco e successiva intonacatura a base di calce. Anche sulla volta è stato rimosso l’intonaco deteriorato e si è proceduto con una finitura a scagliola. Il pavimento ligneo ed il relativo sottofondo sono stati demoliti per posare un pavimento in cotto. Per isolare il locale dalle cantine sottostanti, è stato posato un pannello isolante. I due portoncini lignei che collegano la sala all’atrio d’ingresso e al disimpegno sono stati restaurati così come le tre finestre compresa la sostituzione dei vetri. Anche gli scuri sono stati sistemati e le inferriate verniciate. Tutte le superfici verticali ed orizzontali sono state tinteggiate con coloritura a calce. E stato inoltre integrato l’impianto elettrico e termico ed installata una bussola a vetro.
Sala accoglienza ante restauro
Sala dell’Accoglienza – post restauro
Al piano terra è stato fatto un intervento sui due servizi igienici esistenti, con accesso dal cortile. In entrambi è stato rifatto l’intonaco, la tinteggiatura delle superfici orizzontali e verticali, il ripristino della cornice in gesso. E’ stato invertito il senso di apertura delle due porte d’accesso in modo da essere a norma per gli utenti diversamente abili, oltre al restauro ed alla riverniciatura.
Servizi igienici – ante restauro
Servizi igienici – post restauro
Sempre nell’ottica di rendere il museo fruibile e accessibile anche dai soggetti diversamente abili, è stato realizzato un secondo ingresso, da via Taricco. La finestrella che inizialmente illuminava un corridoio/disimpegno, è stata trasformata in porta e da qui, una rampa in c.a. con pavimento in lastroni di luserna collega il piano strada al cortile interno del Palazzo.
Per realizzare questo intervento è stata svuotata in parte la volta che divideva il piano interrato dal piano terra previo puntellamento della stessa. Il corridoio “ingresso” è stato rintonacato e ritinteggiato. E’ stata restaurata e riverniciata la portafinestra lignea che dà sul cortile e contestualmente è stato realizzato un nuovo portoncino d’ingresso su via Taricco, dal disegno simile al portone d’accesso principale attualmente presente su via dell’Ospedale.
Porta verso il cortile - ante restauro Finestra su via Taricco – ante restauro
Porta verso il cortile – post restauro
Porta realizzata su via Taricco per accesso diversamente abili e rampa esterna – post restauro
Per consentire l’accesso al piano primo ed al piano sottotetto è stata installata una piattaforma elevatrice automatica con fossa al piano interrato e fermata a tutti i piani del fabbricato. Al piano terra l’ascensore è stato collocato in una porzione dell’ex spogliatoio della palestra, sul muro adiacente al corridoio/rampa.
Per accedervi è stata rimossa la finestra preesistente e posata una portafinestra lignea dal disegno del tutto simile alle esistenti.
Completano gli interventi al piano terra, il ripristino di tutti i serramenti e portoncini lignei esterni, sia sul cortile interno che su via Taricco e la rimozione e sostituzione dei due infissi in alluminio d’accesso alla palestra ed alla scala di sicurezza.
L’intervento di adeguamento del Museo Adriani ha interessato anche il piano primo.
In un primo momento sono state eseguite opere di restauro sulla balaustra e sui gradini dello scalone monumentale, con i seguenti interventi:
- rimozione dei depositi incoerenti tramite pennellesse, aspiratori ed impacchi con polpa di cellulosa;
- ristabilimento della coesione delle zone disgregate con impregnazione di resina;
- stuccatura con malta idraulica idonea per colorazione e granolumetria alla pietra;
- sulla balaustra, è stata eseguita la revisione cromatica ad acquerello per l’equilibratura delle stuccature.
L’intervento più importante su questo piano è stato eseguito nella sala delle monete. In questo locale sono stati eseguiti lavori di restyling per renderlo accogliente ed adatto ad ospitare la pregevole raccolta di monete antiche. Gli interventi principali sono stati la tinteggiatura, la messa in sicurezza dell’impianto elettrico e termico, il restauro dei serramenti e la formazione di un nuovo pavimento in legno di rovere posato a spina francese come l’attuale pavimento antico presente nell’adiacente Palazzo Gotti da Salerano. Su tale piccolo ambiente sono stati collocate teche mobili per l’esposizione delle monete antiche.
Questa sala è diventata visitabile anche dagli utenti diversamente abili grazie alla fermata dell’ascensore la quale permette agli stessi di accedere anche alle altre sale del museo.
Completano gli interventi in questa sala la messa a norma dell’impianto elettrico e termico. Sullo stesso piano è inoltre prevista la rimozione del pavimento in moquette e del relativo sottofondo della Sala dello Stemma e della Sala della Romanità e la successiva posa su nuovo massetto del palchetto in legno di rovere come precedentemente descritto.
Scalone monumentale – post restauro
L’intervento più impegnativo è quello che ha coinvolto il piano sottotetto. In un primo momento è stato sostituito il tetto coprente parte della manica su Via Taricco.
La nuova copertura è stata realizzata con puntoni e trave di colmo in legno lamellare verniciati color nocciola, manto in coppi, recuperati precedentemente, e passa-fuori in legno asciato con finitura a punta del tutto simili agli esistenti.
Al di sopra dell’orditura principale è stato collocato un tavolato, spazzolato ed impregnato con la finitura color nocciola; nella parte a sbalzo il tetto è stato provvisto di listelli impregnati a vista per la posa dei listelli porta coppo, tutti i coppi sono stati muniti di ferma coppo in acciaio e barriere anti caduta della neve ed è stata applicata la linea vita. Tutta la faldaleria, discese e gronde sono state realizzate in rame. La nuova copertura posa su un dormiente ligneo e cordolo in mattoni. Per il nuovo tetto è stata mantenuta l’altezza minima interna di ciò che è stato rimosso, con un leggero innalzamento dovuto allo spessore dell’isolamento termico.
Il solaio è stato rinforzato strutturalmente ed isolato termicamente. E’ stato posato un pavimento in legno di rovere a spina francese; per rispettare i rapporti aeroilluminanti sono state realizzate delle nuove aperture sia sul cortile interno che su via Taricco: le prime con dimensioni di 120 cm X 130 cm, assate con le finestre del piano sottostante, aventi davanzale interno in legno ed esterno in Luserna, come le esistenti. Le seconde sono state aperte in corrispondenza degli attuali sfondati presenti in facciata, presentano davanzale esterno in intonaco deumidificante con leggera pendenza. Le stesse essendo, su entrambi i lati quasi a filo pavimento, sono state dotate di una inferriata di semplice fattura in ferro verniciato.
I nuovi serramenti sono stati realizzati in legno, verniciati e hanno una specchiatura unica sul prospetto lato strada e a doppio battente, con traversina a metà, sul lato cortile.
L’accesso al museo del secondo piano è garantito solo dall’ascensore che termina qui la sua corsa, ma per rendere a norma l’edificio dal punto di vista dell’antincendio, sono state garantite due vie di sicurezza. La prima verso la seconda porzione di sottotetto e da qui, prendendo la scaletta in mattoni, si giunge al cortile.
La seconda uscita di sicurezza è stata realizzata andando a collegare, con una nuova rampa, la scala esistente lato scuola con il piano del museo del secondo piano.
Le due vie d’uscita sono dotate di portoncini REI120 muniti di maniglione anti-panico. Tutto il salone è dotato di impianto elettrico e termico.
Completano l’intervento di restauro di Palazzo Gotti, la tinteggiatura della facciata sul cortile interno, l’intonacatura della porzione di intonaco raso-sasso con intonaco deumidificante color nocciola, e successiva velatura con effetto antichizzato presente sui prospetti di via dell’Ospedale e di via Taricco, ed il rifacimento, con recupero dei ciottoli, della pavimentazione in acciotolato del cortile.
Si è proceduto altresì alla realizzazione di un impianto antintrusione e TVCC all’interno di tutto il museo.
Finestre lato cortile – post restauro
Finestre lato via Taricco – post restauro
Uscite di sicurezza – post restauro
Ascensore per accesso ai piani – post restauro
Scorcio portale di ingresso e particolare targhetta con indicazione del co-finanziamento
Pubblicita' contributo assegnato al Comune di Cherasco
https://www.comune.cherasco.cn.it/cgi-bin/trasparenza/0522202493016_COMUNE_DI_CHERASCO.pdf
Documentazione fotografica pre restauro
https://www.comune.cherasco.cn.it/servizi/amministrazione-trasparente-dett/1109/DOCUMENTAZIONE-FOTOGRAFICA-PRE-INTERVENTO/#
Documentazione fotografica post restauro
https://www.comune.cherasco.cn.it/servizi/amministrazione-trasparente-dett/1110/DOCUMENTAZIONE-FOTOGRAFICA-POST-INTERVENTO/#
Link di riferimento:
https://www.comune.cherasco.cn.it/pagina/180/PALAZZO-GOTTI-DI-SALERANO-3a-LAVORI-DI-RESTAURO-LOCALI-DA-ADIBIRSI-A-MUSEO-ADRIANI--CUP-3a-B97E19000030001--CO-FINANZIATO-CON-IL-PORFESR-2014-2f2020---AZIONE-V-6C-7-1--e2-80-93-RELAZIONE-FINALE
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/cultura-turismo-sport/cultura/patrimonio-culturale-unesco/controllo-sui-progetti-fesr-psc-relativi-ai-beni-ai-siti-unesco